La stagione dei funghi, tra estate ed autunno, spinge tantissimi appassionati ad andare a cercare questa prelibatezza del bosco. Purtroppo, non sempre la conoscenza e la prudenza vanno di pari passo con la passione micologica. Soprattutto quando questa passione è improvvisata. Per i turisti della domenica, così come per i veri amanti della raccolta, alcune informazioni, le regole da rispettare, e infine qualche suggerimento per saperne di più.
Il periodo estivo ed autunnale è il vero momento di grazia per le raccolte di funghi. Le insistenti precipitazioni costituiscono uno dei fattori predisponenti fondamentali per il loro sviluppo. Acqua e calore sono, infatti, gli elementi che ne inducono la formazione sul terreno. I miceti sono la parte visibile ed esterna che si origina da un vasto reticolo di filamenti, detti ife e micelio, che normalmente si sviluppa nel terreno degli ambienti naturali. Compito del fungo, detto corpo fruttifero o, in termine tecnico, sporoforo, è la diffusione delle spore, milioni di spore, che provvedono a formare nuove ife e micelio e a diffondere la specie.
Diverse specie sono commestibili e, quindi, vengono attivamente cercate e raccolte. Molte altre o non hanno valore alimentare o possono provocare addirittura fenomeni di intossicazione, anche con esito mortale. Non esistono regole empiriche per ricavare la commestibilità: è necessario che ogni specie venga identificata con certezza prima di essere consumata. Molti funghi mangerecci hanno specie molto simili tossiche, sicchè solo una attenta individuazione della specie può scongiurare casi di avvelenamento. Bando, quindi, a tutti quei folclorici ed empirici metodi, appartenenti alle “leggende forestali” e divulgati da “presunti saggi”, che cercano di ricavare la commestibilità da caratteri omogenei ancorché fantasiosi. Secondo queste credenze sarebbero eduli i funghi bianchi, nonchè quelli che crescono sotto i castagni, quelli che non determinano conseguenze negative se somministrati al gatto di casa e, ancora, quelli che a contatto con l’argento non lo colorano. Tutti criteri che prima o poi possono avere conseguenze veramente nefaste, e non solo per il gatto. Ogni esemplare deve essere determinato, e solo poi consumato. Fortunatamente, la conoscenza oggi è notevolmente aumentata, sia grazie ai molti gruppi micologici che spesso organizzano lezioni e mostre, sia grazie all’esistenza degli ispettorati micologici presso le aziende sanitarie che per legge,oltre a controllare tutti i funghi destinati alla commercializzazione, effettuano gratuitamente il controllo dei funghi ai cittadini raccoglitori. Conoscere le singole specie fungine però non basta. È necessario conoscere anche la biologia e il ruolo di grande rilievo che i funghi rivestono nell’ecosistema forestale. Esistono, infatti, funghi che si sviluppano su sostanza organica in decomposizione, come l’agarico o il pleuroto, comunemente coltivati su paglia o letame. Altre specie sono parassite e pertanto dannose, potendo portare alla morte singole piante arboree o nuclei di bosco. È il caso della famigliola buona o chiodino, conosciuto come fungo commestibile, ma temibilissimo killer di molti dei nostri boschi, dove, dopo aver condotto a morte la pianta, continua a svilupparsi nel legno morto e nelle ceppaie. Per comparire nella stagione autunnale, con numerosissime “famigliole ”che provvedono a diffondere ulteriormente l’infestazione.
Molti miceti, comuni in foresta, vivono invece grazie ad uno stretto rapporto, detto di simbiosi, che si realizza tra fungo e albero, utile a entrambi. È questa la ragione per cui questi funghi, quali ad esempio i porcini e le boletacee in genere, non si possono ancora estesamente coltivare. Essi, infatti, sono legati strettamente all’ambiente boscato a causa dell’imprescindibile rapporto mutualistico, necessario alla sopravvivenza, che si realizza con determinate specie di alberi. Si tratta di un legame di fondamentale importanza sia per l’albero che per il fungo. Raccolte troppo intense protratte negli anni, come si verificano in certe zone, possono provocare danni, non ancora facilmente quantificabili, alla componente arborea.
Per cercare di rendere la raccolta compatibile esiste oggi una legge quadro a livello nazionale che localmente ha trovato riscontro, ormai in quasi tutte le Regioni, in specifiche normative regionali. Le regole stabilite cercano di evitare non solo che uno sfruttamento troppo intenso, oltre a danni al bosco, provochi una compromissione della risorsa stessa oltre a prevedere che tutti i cercatori siano provvisti di un tesserino che attesti un minimo di conoscenza micologica. Mentre in alcune Regioni la raccolta è consentita solo a chi, a seguito della frequenza di corsi introduttivi, ha maturato un approfondimento sull’argomento, in altre Regioni il tesserino viene rilasciato senza la previa frequenza di un corso o il superamento di un esame che attesti un minimo di preparazione. In genere al tesserino è abbinato un permesso a pagamento emesso dagli enti locali: Comuni, Comunità montane o Province. Tale permesso può avere durata e costi variabili.
Negli ultimi anni i proventi dei permessi hanno costituito, in alcune zone, una risorsa interessante per una produzione del bosco che fino a ieri era considerata prodotto secondario e senza rilievo economico. Si è analizzata, per questo aspetto, la situazione dell’Altipiano di Asiago, una zona montana delle Prealpi venete, estesa per circa quarantamila ettari di cui metà boscati, con, nella vicina pianura, grossi centri urbani. Qui, la voce “legname venduto ” costituiva, fino a cinquanta anni fa, gran parte degli introiti per questi comuni montani. Si pensi, invece, che nel 2002 la vendita del legname ha fornito circa quattrocentomila euro, appena il doppio di quanto ricavato dai permessi per funghi. È evidente il peso dell’apporto economico fornito dai cercatori all’economia locale, anche considerato che l’importo dei permessi non è che una aliquota di quanto lasciato in zona dal “turismo micologico”. Tuttavia, pur riconoscendo i positivi effetti economici dell’attività dei cercatori, in questa, come in tante altre aree, vanno previste e fatte rispettare regole di tutela ambientale. Già la normativa regionale prevede dettagliate limitazioni per la raccolta: nelle quantità, nelle giornate e nelle modalità. È importante però che si considerino anche misure di preclusione completa alla ricerca in talune limitate zone ecologicamente sensibili.
LE REGOLE PER LA RACCOLTA
Primo fondamentale errore da non compiere, quando si va a cercare funghi, è quello di inoltrarsi in zone sconosciute, ignorando i principi base di precauzione, che sono poi gli stessi che vanno tenuti in considerazione quando si effettua un’escursione in montagna o per i boschi.
Dunque, conoscere il territorio, avvisare del proprio percorso amici o parenti, tenere in considerazione le condizioni metereologiche, fare attenzione a non farsi sorprendere dal buio, non perdere di vista punti di riferimento per poter identificare la propria posizione.
Dal punto di vista normativo, è necessario possedere un permesso apposito per raccogliere funghi. Si tratta del cosiddetto tesserino, rilasciato solitamente presso le Comunità montane, i Consorzi di gestione dei parchi, le Province nonchè, a seconda dei casi, presso i Comuni e gli esercizi pubblici convenzionati. Ogni Regione o Provincia autonoma possiede il proprio regolamento. E’ bene conoscerlo bene, prima di affrontare la ricerca.
Ogni Regione decide un tetto massimo per la raccolta (solitamente 2 o 3 Kg). Esistono poi restrizioni particolari per qualità particolari di funghi. Per fare un esempio, in Emilia Romagna ogni persona può raccogliere fino a 3 kg di funghi al giorno di cui non più di 1 kg di Ovuli buoni (Amanita caesarea) e 1 kg di Prugnoli (Calocybe gambosa). E' vietata invece la raccolta di Amanita caesarea allo stato di ovulo chiuso, di esemplari di porcini (Boletus edulis, B. pinicola, B. aereus, B. reticulatus) con un cappello di diametro inferiore a 3 cm e di Prugnolo (Calocybe gambosa) e Galletto (Cantharellus cibarius) con cappello di diametro inferiore a 2 cm.
Solitamente il limite di peso per la raccolta varia per i residenti.
La raccolta non è consentita sempre, ma in giorni ed orari ben specifici.
E’ solitamente vietato:
- usare nella raccolta rastrelli, uncini ed altri attrezzi simili per smuovere o grattare il sottobosco, che possano danneggiare l’humus del terreno, compromettendo irrimediabilmente lo strato di micelio che produce i nostri funghi
- usare per il trasporto buste di plastica. I funghi raccolti vanno puliti sommariamente sul posto e conservati in appositi contenitori rigidi aerati (per esempio i famosi cestelli, in modo da evitare fenomeni di compressione e fermentazione e da consentire la disseminazione ulteriore delle spore. Va quindi assolutamente evitato l'utilizzo di sportine di plastica, carta e simili, che, tra l’altro ne alterano le caratteristiche e non li rendono riconoscibili ai controlli
- tagliarli alla base, rendendoli irriconoscibili
- raccogliere gli esemplari troppo giovani (non hanno ancora prodotto i loro "semi"); mentre si consiglia di evitare quelli troppo vecchi o ammuffiti
- danneggiare intenzionalmente funghi di qualsiasi specie, che non vanno mai staccati per essere abbandonati sul terreno. Anche i funghi velenosi o quelli che non si conoscono svolgono indispensabili funzioni per il mantenimento dell'equilibrio biologico del bosco
Infine, evitare sempre di consumare dei funghi che non siano stati identificati con certezza: nel dubbio meglio non rischiare mai.
PER SAPERNE UN PO’ DI PIU’
Il primo, magico approccio con una “Mazza di tamburo” o con una “Muscaria” non può non evocare il mondo incantato dei folletti e di Peter Pan. Poi, si imparano ad apprezzare le squisite sfumature di sapore che si nascondono dietro alle specie commestibili, e si desidera saperne di più. Libri e manuali illustrati costituiscono un valido sussidio per coloro che si avvicinano al mondo della micologia, anche se non bisogna mai dimenticare i danni – a volte anche irreparabili – prodotti dall’imprudente presunzione di esperienza acquisita esclusivamente attraverso la consultazione di foto e descrizioni. Numerosi sul mercato sono i volumi divulgativi che si occupano di micologia; tuttavia chi intende acquistare un libro sui funghi dovrebbe innanzitutto orientarsi su un testo che contenga illustrazioni fotografiche (in linea di massima preferibili ai disegni), meglio se a colori, di esemplari “catturati” nel loro habitat. In secondo luogo, il testo deve contenere riferimenti precisi al luogo, all’ambiente ed al periodo preferenziale di crescita, nonché un’accurata descrizione della morfologia e delle caratteristiche di ogni singola specie. Inevitabile è il riferimento alla commestibilità o alla tossicità del fungo. Il testo sacro della micologia italiana è rappresentato dai volumi di Bruno Cetto, I funghi dal vero (edito da Saturnia); la collana è costituita da 7 volumi, ma i primi due costituiscono il cardine dell’opera. Si trovano oltre 500 illustrazioni a colori nel libro Funghi, di Giovanni Pacioni (Mondadori). Di semplice consultazione anche Andar per funghi, di Silvano Landi (CieRre) e Il libro dei funghi d’Italia di Antonio Testi (edizioni Demetra), essenziale nel numero delle schede (170) ma molto curato, e ricco di ricette a tema: ideale per un primo approccio.
Raccogliere i funghi è una operazione importantissima che forse molti sottovalutano. Vi diamo alcune indicazioni per raccogliere funghi nel rispetto del bosco e della natura.
Cos'è il fungo?
Il fungo non è altro che il corpo fruttifero di una quasi sempre invisibile pianta. Questa pianta è un insieme di filamenti che vive nascosta nel terreno, nel legno, nei detriti vegetali o in vari altri substrati. Questa parte nascosta del fungo si chiama micelio e può avere dimensioni microscopiche oppure tessere una rete di diversi chilometri e i suoi frutti possono essere invisibili, visibili solo in massa o di dimensioni tali da attirare la nostra ingordigia. Il micelio fruttifica solo in condizioni ottimali producendo il frutto fungo che ha lo scopo di maturare e diffondere le spore che dovranno dare vita a nuovo micelio.
Proprietà
Il fungo è un vegetale anomalo in quanto, chimicamente, è più vicino ad un prodotto di origine animale. La sua composizione media è 90% circa di acqua, dal 3 al 5 % di proteine, tra cui tutti gli amminoacidi essenziali, 3% di idrati di carbonio, per il resto sali minerali, vitamine,pochissimi grassi, fibre grezze. Un porcino fresco sviluppa per 100 gr, 34 calorie, secco 283. Quanto alle vitamine sono più costantemente presenti quelle del complesso B, abbondanti nei boleti; nel galletto è abbastanza consistente la A.
Quali funghi raccogliere
L'uomo ha il suo ruolo negli equilibri ambientali ed ha il diritto-dovere di esserne partecipe. Il cercatore di funghi educato e amante della natura raccoglie solo quei funghi che è in grado di utilizzare, sia qualitativamente che quantitativamente. Qualitativamente non vale la pena raccogliere gli esemplari troppo giovani in quanto non sono ancora al meglio dei loro pregi organolettici. Non asportare dal loro ambiente neppure gli esemplari troppo vecchi (possono diventare pericolosamente tossici !) o intrisi d'acqua o invasi da larve : durante il trasporto il loro stato peggiorerebbe ulteriormente e, una volta a casa non se ne ricaverebbe granché di commestibile. Quantitativamente occorre tenere presente che il fungo è più deperibile del pesce, dura pochissimo; ci si limiti perciò a raccogliere solo gli esemplari che si è in grado di lavorare in tempi rapidi (cucinandoli subito o preparandoli per la conservazione).
Come si raccolgono
Il vero pericolo per l'ambiente non è costituito dalla quantità di funghi raccolta, bensì è il modo in cui si affronta la natura. Negli ultimi anni il danno grave al bosco è dato dall'eccessivo camminamento nel bosco stesso. La natura va affrontata con passione e con un minimo di conoscenza : cento cercatori di funghi educati fanno assai meno danno di uno solo maleducato.
Ecco alcune piccole regole per cogliere funghi nel rispetto della natura :
- Percorriamo il più possibile sentieri e tracciati naturali, senza sconfinare nel fitto del sottobosco: è possibile guardare attentamente ovunque senza calpestare alcuna pianticella, perché in qualsiasi punto esistono tracciati quasi impercettibili dove si può camminare, magari piegati e punti dalle spine, ma senza far danni.
- Se, come è buona regola, usiamo un bastone per la ricerca, non meniamo fendenti a destra e a manca, ma limitiamoci a gesti moderati. - Non raccogliamo inutilmente fiori o rami di alberi, nè uccidiamo animali.
- Quando finalmente incontriamo il fungo, controlliamo che sia una qualità da noi perfettamente conosciuta, che sia un esemplare sano e ben sviluppato. Afferriamolo inferiormente ed estirpiamolo con una leggera rotazione badando a non asportare una zolla troppo grossa e ad alterare il meno possibile il terreno circostante; puliamolo bene con un coltellino affilato e riponiamolo con cura nel cestino. Non si deve per nessun motivo scavare o rastrellare intorno : potremmo sì trovare un altro fungo ma distruggeremmo irrimediabilmente il micelio, la pianta del fungo; è come se per raccogliere una mela, buttassimo giù tutto l'albero.
- Se il fungo che incontriamo non ci interessa oppure è velenoso o è troppo giovane o troppo vecchio, lasciamolo dov'è, senza toccarlo in modo che possa continuare la sua opera a favore dell'ambiente.
- Trasportiamo i funghi esclusivamente in un cestino di vimini : potranno respirare e non accelereranno i processi di maturazione. Nel sacchetto di plastica i funghi si decompongono rapidamente, acquistano cattivi odori, diventano mollicci e si sporcano l'un l'altro. Inoltre se, per errore, avessimo raccolto un esemplare tossico, esso inquinerebbe tutti i funghi trasportati mentre nel cestino ciò non può accadere. Poiché eventuali larve che vivono nel piede del gambo tendono sempre ad espandersi verso l'alto, poniamo sempre i funghi a testa in giù.
Come pulirli
Una volta a casa, la pulizia dovrà essere accurata. Vanno eliminate le parti intaccate da vermi o rosicchiate dagli animali del bosco; vanno tolti con delicatezza tutti i residui dalle lamelle, eliminate le cuticole vischiose o squamose del cappello e, per i boleti, eliminare la parte spugnosa dei tubuli se è molla, annerita o vischiosa. Per alcuni funghi è necessario eliminare anche il gambo. Non è opportuno lavarli troppo a lungo, per non disperderne il sapore; è meglio lavarli interi e non tagliati perché così assorbono meno acqua, con una rapida sciacquatura e con acqua fredda. Per i funghi perfettamente sani e di carne consistente, è sufficiente strofinarli con uno straccetto umido.
Quella del "cercatore di funghi" è una passione forte, che coniuga l'amore per la natura con il desiderio di sfida e, perché no, con un palato sopraffino. Abbiamo intervistato per voi Pietro Curti, fondatore del sito "funghiitaliani.it", grande appassionato ed esperto. Ecco tutti i consigli per ottenere i risultati migliori, senza correre inutili rischi.
"Dovete sapere - dice Pietro Curti -, che ho iniziato a vivere questa passione quando ero molto giovane ed avevo appena 13/14 anni. Motivato da questo grande interesse ho deciso di frequentare l'Istituto Tecnico Agrario e grazie all'indirizzo scolastico intrapreso sono riuscito in breve tempo ad acquisire le competenze biologiche, agronomiche, microscopiche, che tanto mi sono state utili all'approfondimento scientifico delle competenze necessarie. Sono circa 34 anni che vivo nutrendomi di micologia e funghi, ho direttamente contribuito alla fondazione di Associazioni Micologiche, ho fatto tante esperienze più o meno significative, poi quasi d'incanto è arrivato il Word Wide Web, Internet. È stato amore a prima vista: avere a disposizione uno strumento di comunicazione planetario, la possibilità di condividere con migliaia di appassionati gli stessi interessi, ha prodotto in me una sorta di folgorazione. Mi sono gettato con veemenza sugli strumenti che servivano alla realizzazione di un sito Web ed anche se completamente privo delle conoscenze di Webmastering necessarie, in poco tempo e in modo del tutto artigianale ho creato un sito sui funghi. Tutto questo accadeva nei primi giorni del gennaio 2000. Sono passati quasi due anni e quella che poteva sembrare una semplice avventura occasionale, si è trasformata in un successo strepitoso. Il mio sito Web www.funghiitaliani.it oggi è per tema micologia e funghi, lo spazio di settore più affermato al mondo in lingua italiana. Strada facendo si è riempito di tante, significative ed essenziali collaborazioni e non vi è angolo della micologia che non sia affrontato ed approfondito. Tutto questo grazie alla mia determinazione e caparbietà, ma soprattutto grazie ai tanti, impareggiabili amici, che si sono uniti all'idea e che tanto contribuiscono al suo successo".
Come e perché nasce la passione per i funghi?
Il "mico-amatore" è un condensato di passioni forti: desiderio di ricerca ed esplorazione; bisogno di vivere intimi contatti con la natura; voglia di recuperare i sensi ormai sopiti: vista, olfatto, tatto, sapore; ultima e non credo secondaria spinta, è quella inconscia, sicuramente più atavica, e cioè la riscoperta della dimensione arcaica dell'uomo raccoglitore. L'insieme di questi elementi costituiscono la spinta iniziale, il consolidamento si realizza vivendo questa passione, lontano dallo stress caotico del cosiddetto vivere civile. Recuperando una dimensione di assoluta tranquillità, dove il tempo scorre lentamente, il silenzio domina incontrastato, l'aria fresca ti riempie i polmoni e rimani perdutamente sospeso in una dimensione che ti appare quasi surreale.
Che consigli si possono dare agli appassionati novelli (rischi da evitare, consigli per la sicurezza)
Quando si effettuano le prime esplorazioni micologiche è buona norma farsi guidare da una persona esperta, la stessa saprà orientarvi e vi darà sicurezza. Se non avete un ottimo senso dell'orientamento evitate escursioni da soli e in posti che non conoscete, tutti gli anni si contano a decine i dispersi e qualche volta i mai più ritrovati. Non vi avventurate in escursioni quando è prossimo il tramonto del sole, la notte è fredda e buia e voi non siete dei gufi. Nelle prime escursioni portate con voi sempre due contenitori, in uno riporrete i funghi dei quali siete sicuri della determinazione e nell'altro tutti quelli che non conoscete affatto o dei quali non siete certi, porterete questi ultimi da persone esperte ed in questo modo aumenterete le vostre conoscenze. I contenitori da utilizzare per la raccolta dei funghi devono obbligatoriamente essere cestini di vimini, devono avere una base sufficientemente ampia e un manico corto e schiacciato tale da non esservi di ingombro durante la passeggiata, i sacchetti di plastica per quanto apparentemente comodi da portare vuoti in tasca, se riempiti di funghi sbriciolano gli stessi ad ogni urto durante l'escursione, non consentono alle spore di scivolare nel terreno e possono essere giustamente causa di multe salatissime. I funghi che raccogliete in un contenitore separato (vi consiglio un piccolo contenitore di vimini da inserire all'interno del vostro cesto per la raccolta) e che quindi sono riservati all'esame di un esperto, devono essere assolutamente integri, non vi nascondo che in tante occasioni ho avuto modo di imprecare nei confronti di chi pretendeva informazioni su strane poltiglie maleodoranti. Nel bosco abbiate cura di rispettare tutte le forme di vita animale e vegetale che vi capiterà sicuramente d'incontrare, atteggiamenti da terminator nei confronti di ignare vipere o salamandre non sono in nessun caso tollerabili, se vivete tale esperienza con istintiva e preistorica angoscia ancestrale non trasformatevi in tribali vendicatori, state a casa il bosco ve ne sarà profondamente grato. Ricordatevi durante la passeggiata di fissare dei punti di riferimento, procedete sempre con cautela ed attenzione, avete la fortuna di percorrere zone selvagge ed incontaminate, ma per uscire dalle quali dovrete fare affidamento solo sulle vostre risorse, vivete queste esperienze con equilibrio, pesando i vostri limiti e soprattutto datevi il tempo che serve. Vi consiglio di affrontare l'escursione evitando di mangiare o bere durante la stessa, si tratta comunque di un discreto impegno atletico che si affronta con maggiore disinvoltura a stomaco vuoto, eviterete gambe pesanti e crisi di arsura e poi all'uscita del bosco il ristorante tipico del posto non manca mai. Se avete tempo e sufficiente passione vi consiglio di cercarvi un posto tutto vostro, l'Appennino è lungo e le orde barbariche dei fungaioli della domenica, per vostra fortuna, s'imbrancano in poche zone estremamente circoscritte.
Una hit personale dei funghi migliori
Definire una hit sui funghi non è cosa facile per due ragioni essenziali, la variabilità degli aromi e sapori dei funghi di bosco è tale da rendere difficile una comparazione tra gli stessi, per lo stesso motivo l'elemento della soggettività, del gusto personale, crea delle scelte molto diversificate. Direi che c'è un sapore e un odore per ogni palato e naso, pensa che i migliori commestibili possono quantificarsi in circa 100 specie. Tieni conto che si stimano in almeno 10.000 le specie totali di funghi censite in Italia e tra queste almeno 1.000 risultano essere commestibili a vario livello. Come vedi il nostro mondo dei funghi è molto più vasto e complesso di quanto empiricamente non si creda.
Cosa ne pensi delle regole che, da qualche tempo, disciplinano la raccolta?
Con questa domanda tocchi forse il tasto maggiormente dolente ed increscioso che tutti gli appassionati del mondo dei funghi sono costretti a sopportare e subire loro malgrado, causa la Legislazione corrente, che giudicare iniqua e folle, è diminutivo del buon senso. Senza voler motivare dettagliatamente ciò che voglio dire, ti basti pensare che se sei un pescatore, un cacciatore o un cercatore di tartufi, hai un tesserino che è valido su tutto il territorio nazionale. Se diversamente ami raccogliere funghi, devi dotarti di un GPS perché singoli privati, Comuni, Comunità Montane, parchi naturali, province, regioni e chi ne ha più ne metta, possono in base ad una Legge Quadro nazionale, normatizzare, tassare e regolamentare autonomamente la raccolta. Per fare dei paragoni, la torre di Babele era un'ordinatissima confraternita di consanguinei. Tieni presente che in alcune realtà arrivano a far pagare fino a 30.000 lire al giorno per una singola escursione. Ritengo che ogni mio ulteriore commento sia superfluo. Resta il mio impegno e quello dei tantissimi frequentatori del mio sito, a lottare nel prossimo futuro, con tutte le nostre forze per ottenere una totale revisione dell'attuale inaccettabile ed inammissibile Legge nazionale, che tanti disastri speculativi ed insensati ha prodotto in tutto il territorio italiano.
Di cosa parlano gli appassionati in chat? (N.d.R. presente sul sito) Ovviamente di funghi e in modo paranoico solo di questi, è una sorta di virus incurabile, quando ti prende non ti abbandona più. Comunque parlando seriamente, gran parte dell'attività è finalizzata al confronto sull'andamento delle fioriture micologiche nelle varie zone d'Italia e alla discussione sulla certezza della determinazione delle specie trovate. I più esperti mettono il loro personale bagaglio di conoscenze al servizio dei meno esperti e in particolar modo dei neofiti. Ci sono anche momenti di confronto scientifico tra i "professionisti", ma diciamo che gran parte della discussione è strettamente dedicata a contribuire alla crescita e alla formazione dei principianti. Si sciolgono dubbi, si forniscono elementi di supporto, si cerca di eliminare quell'alone di misticismo quasi stregoneristico, che ancora oggi accompagna il mondo dei funghi.
PERICOLOSI LUOGHI COMUNI
Ecco alcune delle più diffuse "leggende" sui funghi, cui è bene non dare credito.
a) I funghi che crescono vicino a ferri arrugginiti sono tutti velenosi.
La presenza di oggetti arrugginiti di vario genere nel terreno deve solo far pensare all'esigenza di copertura vaccinale antitetanica e alla lotta serrata all'inquinamento ambientale.
b) L'aglio in presenza di funghi velenosi si annerisce.
Se provate ad utilizzare questa procedura in modo sperimentale con l'Amanita phalloides, vi accorgerete come l'aglio mantiene inalterato il suo candore e quindi quali effetti mortali provocherebbe l'eventuale consumo del fungo in bello modo così trattato.
c) I funghi mangiati dalle lumache sono buoni.
Le lumache non appartengono alla famiglia dei mammiferi, in verità non sono neanche uccelli o rettili, in conclusione sono talmente diverse da noi da potersi consentire regimi alimentari tra i più eccentrici.
d) Prima di consumare dei funghi è bene farli assaggiare al gatto.
Non so quale crudele e distorta mente abbia potuto diffondere tale concetto, ma certamente Dario Argento in confronto, è assolutamente privo di fantasia.
e) I funghi che crescono nel mio albero sono buoni.
Il concetto di proprietà privata viene assolutamente ignorato dai funghi e là dove si raccolgono chiodini, un anno dopo possono trovarsi Hypholomi tossici (noti come falsi chiodini e responsabili di numerose brutte esperienze).
f) Se i funghi sono velenosi il cucchiaio d'argento immerso nel tegame di cottura annerisce.
"Se mia nonna avesse avuto le ruote sarebbe stata una carriola", vi invito ad usare l'argenteria per scopi più sensati ed appropriati.
g) Un fungo diventa velenoso se viene morso da una vipera.
Vi assicuro che le vipere usano il loro veleno per immobilizzare le piccole prede delle quali si nutrono o per difendersi dalle aggressioni dalle quali non riescono a sottrarsi con la fuga, è noto che parliamo di un timido animale che ha abitudini alimentari strettamente carnivore e non mi risulta che funghi "iperattivi" girino per il bosco alla ricerca di vipere da "pestare".
h) I funghi che crescono sul legno sono tutti buoni.
La maggioranza dei funghi che crescono sul legno sono non commestibili o sono tossici, alcuni di questi provocano avvelenamenti severamente pesanti.
i) I funghi bianchi sono tutti buoni.
Non voglio fare considerazioni strumentali, ma il mio spirito fortemente laico mi porta ad analizzare tale diceria come frutto di speculazioni di parte, mistiche o politiche, in realtà vi ricordo che la candidissima, in ogni sua parte Amanita Verna, è un fungo che se consumato porta a morte certa.
Link: Funghiitaliani.it
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